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lunedì 21 novembre 2011

Rimozione dei denti e impianti

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La rimozione di un dente, sia esso devitalizzato o vivo, va effettuata secondo specifici criteri. Vediamo quindi di seguito alcuni accorgimenti che una sicura estrazione deve includere.

Rimozione del periodonto

Il periodonto è un tessuto che contiene e avvolge la radice di un dente, una sorta di lenzuolo che lo accomoda nell'osso. Questo tessuto esiste in quanto esiste il dente, e va rimosso qualora sia rimosso un dente, per i seguenti motivi.
Nella maggior parte dei casi l'estrazione di un dente viene effettuata quando nella parte sottostante si è generato un ascesso, che può anche non aver dato modo di essere notato dal paziente. Molte persone infatti si ritrovano con ascessi più o meno importanti e cronici che minano la propria salute senza nemmeno accorgersi di averlo. Quando questo avviene è molto probabile che anche il periodonto sia intaccato dall'ascesso, o che magari è in una fase avanzata di putrefazione.
Per questo motivo è importante eliminare il periodonto all'estrazione di un dente, perché raramente questo tessuto non è intaccato dall'infezione che ha colpito la radice del dente.
Di seguito un video che mostra la procedura di rimozione del periodonto.


fonte: youtube.com/user/mercuriocarretta


Pulitura dell'osso

Un dentista esperto di questi argomenti (nel momento in cui scrivo in Italia sono molto pochi) effettua anche la pulitura dell'osso nelle quantità che ritiene necessarie affinché l'infezione non si rigeneri.
Infatti sono noti casi di necrosi dell'osso mandibolare che, una volta puliti, si sono rigenerati dopo qualche mese. Purtroppo i batteri molto resistenti che si formano durante le fasi di putrefazione dei tessuti e dell'osso possono riprodursi se non ripuliti totalmente.

Attesa e controllo della situazione

Dopo la rimozione del dente e del periodonto e la pulizia dell'osso (operazioni che si effettuano durante la stessa seduta) si dovrà aspettare che l'osso si rigeneri, andando quindi ad otturare la zona lasciata libera dal dente. Affinché questo avvenga ci vorrà qualche mese.
Inoltre il dentista esperto vi suggerirà di effettuare un controllo dopo un periodo che ritiene opportuno, per esempio 6 mesi dall'estrazione, per verificare che effettivamente l'osso è rigenerato e pulito, e che non si siano riformate necrosi, infezioni o putrefazioni. La panoramica può essere sufficiente per valutare la situazione. In caso il controllo abbia esito negativo potrebbe essere necessario riaprire la gengiva e ripulire un'altra volta.

Impianti

Una volta che l'osso è pronto, se lo si desidera, è possibile eseguire un impianto, ovvero una vite che avvitata nell'osso consente di montarci sopra una capsula, ridando estetica e funzionalità alla bocca.
Detto che nessun materiale diverso dal proprio dente potrà avere una biocompatibilità al 100%, si dovrà scegliere un materiale che abbia la biocompatibilità più alta possibile, e questa potrà anche variare da persona a persona. Esistono appositi test che consentono di valutare la propria compatibilità con i materiali delle protesi.

Il problema è che attualmente non esiste un materiale che non rilasci ioni, e sembra non esistere una soglia di sicurezza valida per tutti delle quantità di materiale immesse nell'organismo al di sotto della quale sicuramente non vi sarà intossicazione.

Come materiali potremmo nominare il titanio (metallo) o il diossido di zirconio (materiale ceramico), ma in entrambi i casi si trovano sia pareri favorevoli che non, per esempio guardare qui:

Il consiglio è di rivolgersi ad uno studio dentistico di ultima generazione, come per esempio quello di Federico Ronchi di Milano (smalto@eutelia.com) o quello di Bobbie Beckman di Bassano del Grappa, che possa risolvere tutti i dubbi del caso.


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